Brano: Palmiro Togliatti
IL LENINISMO
NEL PENSIERO E NELL'AZIONE DI A. GRAMSCI
(Appunti)
1. — 11 tema di questa relazione è tale che richiede una trattazione per parecchi aspetti differente da quella degli altri temi del convegno. Studiare i1 rapporto di Gramsci col leninismo significa infatti fare oggetto di indagine non soltanto le posizioni da G. elaborate e sostenute nel dibattito filosofico e di dottrina, ma la sua attività pratica, come uomo politico, fondatore e dirigente del partito di avanguardia della classe operaia italiana. La mia opinione è che questo sia, perd, il solo modo giusto di avvicinarsi all[...]
[...]lismo organico, sul centralismo democratico e sulla disciplina; sul rapporto che passa tra il dirigere, l'organizzare e il comandare; sui rapporti tra la scienza militare e la scienza politica, e cosí via. Non escludo nemmeno che alcune di queste note — che del resto G. non sapeva se :e come avrebbero potuto giungere ai suoi compagni e allievi di un tempo — fossero dettate da preoccupazioni destate in lui da frammentarie notizie giuntegli circa
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l'orientamento e l'attività del partito comunista dopo il suo arresto, dal timore di un ritorno ai vecchi schemi settari. Al lettore attento non sarà sfuggito che, in alcuni luoghi, egli giunge sino a formulare consigli assai precisi circa il modo di organizzare l'azione direttiva del partito, di condurre l'agitazione e la propaganda, e persino circa le diverse sezioni in cui dovrebbe essere diviso un « Bollettino » che si preoccupi, spiegando la politica del partito, di mantenerne la continuità mediante la permanente valutazione critica del passato. Le note di Passato e presente sono del[...]
[...]o temi e con uno sviluppo di essi che tende a adeguarsi alle condizioni nuove. In questo modo il pensiero politico di Gramsci dà la prova della sua vitalità e verità. Non è legato a una piattaforma politica determinata, quale poteva essere quella su cui venne fondato, nel 1921, il partito comunista; non è legato nemmeno a una determinata serie di movimenti strategici e tattici, dettati da una situazione particolare. La sua verità sta nel metodo
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e il metodo è unito inseparabilmente al contenuto, perché è metodo marxista e leninista, cioè guida all'azione rivoluzionaria nelle condizioni in cui si compie il passaggio dal mondo borghese al mondo socialista. Di qui discende il suo legame col leninismo, che è la dottrina rivoluzionaria di questo passaggio.
2. — La ricerca filologica sulla conoscenza che G. ebbe delle opere di Lenin presenta alcune difficoltà. Non è sempre possibile, infatti, stabilire in modo preciso quando egli poté conoscere e studiare determinati scritti di Lenin e quindi quali di essi ebbero maggiore efficacia di[...]
[...] polemica con Trotzki, con Bukharin e con un gruppo di tendenza anarcosindacalista, la questione del rapporta tra la politica e la economia nella edificazione socialista. Aveva sostenuto che la politica non è che « espressione concentrata dell'economia ». È una tesi di importanza decisiva nella concezione leninista dello Stato..
1 Sconosciuto era l'importantissimo Che cosa sono gli amici del popolo?, anche in Russia ripubblicato solo nel 1923.
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Ne deriva, infatti che la classe operaia non può rimanere al potere e quindi non può adempiere al proprio compito nel campo produttivo (sviluppo delle forze di produzione) se non sulla base di una giusta posizione politica cioè sulla base di un giusto rapporto con gli altri gruppi della società. Di qui traeva origine la differenziazione tra la concezione leninista della costruzione socialista e le proposte che venivano da. Trotzki e che, trascurando il rapporto con le classi non proletarie, mettevano in forse le basi stesse della dittatura del proletariato.
A partire da quegli anni il co[...]
[...]alla direzione carceraria.
3. — Da Gramsci venne immediatamente colto il primo, fondamentale elemento costitutivo del leninismo, che è la dottrina della rivoluzione, formulata da Lenin in modo tale da fare piazza pulita di tutte le pedanterie che i riformisti spacciavano per marxismo. La rivoluzione proletaria e socialista non avrebbe potuto compiersi, secondo costoro, se non in quei paesi e in quel momento in cui la economia
1 Mach., p. 114.
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capitalistica avesse toccato il piú elevato punto del suo sviluppo. Lenin respinge questa proposizione e apre a tutto il marxismo la strada di un nuovo sviluppo creativo affermando che condizione della rottura rivoluzionaria è lo sviluppo e lo scoppio delle contraddizioni del capitalismo giunto alla fase imperialistica. Questa tesi, che trovò la sua dimostrazione nell'Ottobre 1917, era, per i bolscevichi russi, il punto di arrivo di tutta la lotta politica e ideale da essi condotta, dall'inizio del secolo, contro l'autocrazia zarista e contro le diverse varianti dell'opportunismo nel movi[...]
[...]zione in Italia. È questo il punto di partenza, tanto direttamente (negli scritti del 191926), quanto per via indiretta e per analogia (ricerche storiche dei Quaderni, nuove interpretazioni dei diversi periodi della storia italiana), di tutte le indicazioni di strategia e tattica politiche che sono la sostanza della azione e del pensiero di Gramsci, e principalmente delle sue conclusioni circa la struttura dell'Italia moderna e
1 Mach., p. 32.
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quindi sul sistema di alleanze politiche che dà al proletariato la possibilità di esercitare la sua funzione dirigente e giungere a conquistare il potere.
Nel campo del metodo, strettamente collegate con tutto il contenuto delle ricerche e delle conclusioni, mi sembra debbano essere qui sottolineate alcune grandi conquiste positive. La struttura economica, prima di tutto, non è mai considerata come quella misteriosa forza nascosta da cui dovrebbe meccanicamente scaturire tutto lo sviluppo delle situazioni. È considerata come una sfera dove agiscono forze naturali, ma agiscono anche forze[...]
[...]ente questa combinazione, di cui essa stessa è componente e in quanto tale appunto può dare al movimento un certo indirizzo in certe prospettive ».
Nei giudizi sulla Rivoluzione d'Ottobre e nella valutazione della geniale opera di Lenin come capo della classe operaia russa e del nuovo Stato proletario, Gramsci insisterà sempre, dai primi commenti, ancora per molti aspetti imprecisi e frammentari, sino alle ultime note dei
1 Mach., pp. 114115.
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Quaderni, su questo momento. La realizzazione del primo Stato proletario, fatta da Lenin, è stato « un grande avvenimento metafisico » . Essa ha tradotto in pratica la filosofia, l'ha ridotta a « storia in atto », che è la sola filosofia 1. Essa ha trasformato le prospettive della storia mondiale. Ma essa è riuscita a fare tutto questo perché è stata il punto di arrivo necessario della storia nazionale del popolo russo; perché « i bolscevichi hanno dato forma statale alle esperienze storiche e sociali del proletariato russo, che sono le esperienze della classe operaia e contadina internaz[...]
[...]sta differenza. Ma vi fu in Gramsci la tendenza, nel 191920, a ritenere che il Consiglio come tale, forma di organizzazione degli operai aderente in modo immediato al processo produttivo, contenesse in sé la soluzione del problema del potere, cioè della conquista di esso e della costruzione di un nuovo Stato? Credo che per sostenere questa tesi si possono allegare soltanto alcune proposizioni di scritti del 1919, ma staccandole
t. Mach., p. 7.
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dal contesto e soprattutto staccandole dalla comprensione della complessiva azione che Gramsci svolgeva in quel momento. Questa azione tendeva, essenzialmente e prima di tutto, ad affermare che la classe operaia, come gruppo sociale omogeneo, era in grado di fornire gli elementi necessari a superare la crisi, il disordine, il caos nei quali allora si dibatteva la società nazionale e quindi, come immediata e necessaria conseguenza, tendeva a dare agli operai di avanguardia la coscienza di questo fatto. Era indispensabile che la situazione venisse superata partendo del processo della produz[...]
[...]a ricerca. Né è a questo lato della questione che si riferisce la tesi di Lenin, come risulta anche solo dagli scritti da lui dedicati all'esame critico delle correnti intellettuali e letterarie del suo tempo. Il problema degli intellettuali e della loro funzione si pone invece su un piano analogo a quello della formazione delle ideologie e delle sovrastrutture. L'errare dell'idealismo e della sociologia volgare sta nel considerare le ideologie
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come semplici strumenti di direzione politica, cioè, si potrebbe dire, « per i governati delle mere illusioni, un inganno subito..., per i gavernanti un inganno voluto e consapevole » 1. Le ideologie sono, invece, una realtà, parte integrante di tutto lo sviluppo sociale; sono la « vera » filosofia, perché « risulteranno essere quelle " volgarizzazioni " filosofiche che portano le masse all'azione concreta, alla trasformazione della realtà » Ogni ideologia è assieme caduca e storicamente valida. La caducità è espressione d'i un passato, ma è la lotta stessa delle classi lavoratrici che de[...]
[...]nza tra società civile e società politica è soltanto metodologica, non organica. Ogni Stato è una dittatura, e ogni dittatura presuppone non solo il potere di una classe, ma un sistema di alleanze e di mediazioni, attraverso le quali si giunge al dominio di tutto il corpo sociale e del mondo stesso della cultura, cosí come ogni Stato è anche un organismo educativo della società, negli obiettivi delle classi
1 Mach., pp. 8283.
2 Mach., p. 128.
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che dominano. La società politica può però assumere una forma di estremo rigore dittatoriale, quando, per i contrasti frastruttura e sovrastruttura, si crea un distacco tra la società civile e la società politica, o si apre, cioè, una delle grandi crisi rivoluzionarie della storia. Allora « si ha una forma estrema di società politica: o per lottare contro il nuovo e conservare il traballante rinsaldandolo coercitivamente, o come espressione del nuovo per spezzare le resistenze che incontra nello svilupparsi, ecc. » j. Questa osservazione, che sembra fatta di sfuggita, è invece tra le piú [...]